Alberto Carretti inizia la sua attività professionale  come tecnologo caseario e produttore di culatello nella bassa piacentina.

Inizia a dedicarsi alla produzione viti-vinicola, assecondando una sua personale inclinazione allo studio di metodi antichi.

E’ attratto dalle fermentazioni e dalle produzioni  con tecniche naturali allo scopo di eliminare l’uso di conservanti artificiali e di imprimere ai prodotti i caratteri del territorio di produzione. 

 “Da subito sono rimasto affascinato dai vini ottenuti dalle lunghe macerazioni, per la loro digeribilità, il legame con il territorio, la longevità, la verità che esprimono. Incrociare le esperienze sulle fermentazioni che ho maturato negli altri campi di lavoro è particolarmente stimolante”.

Da questo orientamento deriva la scelta di coltivare solamente vitigni autoctoni e di recuperare  antichi vitigni in via di estinzione.

 “Alla base di tutto, c’è il lavoro in vigna, le scelte di vitigno e di clone, la densità ed il tipo di allevamento, le tecniche colturali, la produzione per ceppo. Sono andato a recuperare le mie nozioni scolastiche dalla scuola agraria, che fortunatamente sono piuttosto datate”.